Carlo Sgorlon, scrittore e narratore Friulano

Il problema etico

Sacralità e spiritualismo, oggi pressoché distrutti dalla cultura dominante, implicano il ritorno di molti antichi valori etici. Sgorlon non crede affatto che la buona letteratura nasca dai buoni sentimenti, ma nutre la medesima convinzione anche di fronte all’affermazione contraria. Nega che il male e il negativo, così vastamente corteggiati dagli scrittori d’oggi, e soprattutto da quelli dell’ ultima generazione, siano per se stessi idonei a creare la bellezza. La vera letteratura, piuttosto, per Sgorlon nasce da un sentimento fresco, aurorale, fanciullesco del mondo e della vita. Il mondo che egli racconta è appunto naturale, immediato, e in esso circolano sentimenti elementari, riscoperti e rappresentati in modi sempre nuovi e carichi di sorpresa.

I personaggi di Sgorlon non sono determinati dai chiassosi miti di oggi, tutti di natura egoistica.

edonistica, ma da miti di altra natura. Tra essi c’è anche la “caritas”, il gusto di cercare di migliorare il mondo. Sono sentimentali, spesso romantici, profetici, sacrali, religiosi, sognatori, ricchi di speranza, visionari, fantastici, favolosi. Agiscono in modi istintivi, non obbedendo ai codici pesanti e deformi della volgarità, dell’ingordigia di piaceri e di denaro del nostro tempo.

Spesso si muovono nel mondo con una sorta di leggerezza lunare. A volte paiono venuti da altri pianeti. A volte la loro stessa mancanza di legame con i modi volgari del costume deteriore di oggi li rende un po’ umoristici e comunque anticonformisti. Molti di essi conservano un invisibile legame con il mondo della magia, dell’illusionismo, del velo di Maia. E ciò e giustificato dalla convinzione dell’autore che il mondo, infinitamente misterioso e inesplicabile, sia anche sortilegio, magia, sciarada, sogno, illusione e che il Creatore sia anche uno sterminato illusionista.

Da qui forse la sensazione che certe opere di Sgorlon, come La luna color ametista, Il dolfin (di cui esiste anche un rifacimento in italiano I sette veli La carrozza di rame Il patriarcato della luna siano in qualche modo in rapporto con la letteratura fantastica sudamericana. Ma piuttosto che presentare un carattere inquietante, angoscioso e funereo i romanzi di Sgorlon sono diffusi di una sostanza rasserenante, consolatrice, tranquillizzante. Essi, anziché puntare sul sensazionale. sull’eccessivo, sul sorprendente, che tanto appesantiscono oggi il mondo della “fiction”, sono piuttosto giocati sull’elemento di una freschezza quotidiana, sulla naturalezza dei rapporti. sull’immediatezza dei sentimenti, che fanno di Sgorlon una specie di bizzarro naif sorprendentemente colto, uno dei rari rappresentanti di una controcultura, italiana ed europea, o meglio occidentale, che fa di nuovo sentire al lettore il gusto di leggere delle storie, perché lui stesso si è divertito a raccontarle.