La sacralita'
La narrativa di Sgorlon rappresenta un vasto tentativo di riconsacrare i1 mondo, deformato e desacralizzato dall’industrializzazione eccessiva e dalla cultura sarcastica e demolitrice che ad esso si connette. Sgorlon è convinto che, per un ritorno ai valori collettivi e condivisi, senza i quali una società non tiene più ed è costretta a sfasciarsi, sia necessario anche un ripristino generale del
sentimento del sacro, del male e del tabù. Se si recupera il senso della simpatia per la vita e per l’Essere, se si ritorna al gusto di vivere, si finisce fatalmente per approdare alle rive del sacro. Sgorlon, provando simpatia per la natura e per l’Essere, li ha indagati a tutti i livelli, e si è reso conto dell’infinita complessità che essi presentano. Si è trovato di fronte al loro sterminato mistero, di fronte al quale ha chinato la fronte con pensosa reverenza.
La coscienza medesima del mistero ha generato in lui il sentimento della sacralità e della religiosità, dimensioni quasi costanti nell’opera di Sgorlon. Il suo legame con la cultura religiosa e spiritualistica è evidente. 1l suo spiritualismo riposa non tanto e non solo sulle antiche certezze del cristianesimo, ma anche e soprattutto sulle sue conoscenze della fisica moderna, che ha messo in crisi il materialismo e il concetto stesso di materia. Anche se, come sempre, pochissimi si sono accorti di questo fatto. La materia non è un “continuo”, ma un “vacuum”. Non è affatto com’era intesa dai materialisti di ogni tempo. Consiste invece in una rete sterminata di campi magnetici infinitamente piccoli e fatti di particelle e forze che non sono materia, ma energia, di natura misteriosa, priva di spazialità. La convinzione di Sgorlon è che sia la fisica stessa, oggi, a puntellare la metafisica dello spiritualismo, perché ci insegna che è possibile l’esistenza di cose che non hanno alcuna dimensione spaziale.
Per lui ciò non costituisce certo una prova determinante, ma qualcosa che dà legittimazione scientifica allo spiritualismo, che ormai uno può scegliere in modi convinti e in piena libertà, perché non è né antiscientifico né antirazionale.